I I modelli di instructional design, o progettazione didattica, nascono dalla necessità di avere una metodologia chiara per aiutare le persone a imparare velocemente e in modo efficace, adattandosi ai cambiamenti della società.
Dalla metà del secolo scorso ad oggi, in effetti, il mondo è stato scosso da grandi mutamenti nello stile di vita e da innovazioni tecnologiche. Pensiamo al computer, per esempio, e al modo in cui ha rivoluzionato il lavoro e la vita di tutti noi.
L’instructional design nasce per capire, con la ricerca, qual è il modo più efficace e coinvolgente per trasmettere nuove competenze e conoscenze. L’obiettivo è formare, senza sprecare energie, tempo e denaro, coinvolgendo le persone.
Andando di pari passo con la tecnologia, l’instructional design è diventato fondamentale per lo sviluppo della formazione online, un mercato cresciuto in maniera esponenziale dal 2020.
I corsi online preparati da instructional designer seguono una struttura precisa, che si adatta agli studenti.
Se anche tu aspiri a creare corsi utili, efficaci e coinvolgenti, ci sono alcuni modelli di instructional design che devi assolutamente conoscere.
Abbiamo selezionato i 7 modelli di instructional design più riconosciuti e usati nel settore dell’e-learning, per darti le basi della progettazione didattica.
1. Tassonomia di Bloom
La tassonomia ideata da Benjamin Bloom e altri studiosi negli anni ’50 è stata rivista all’inizio del nuovo millennio e classifica in ordine gerarchico i livelli di apprendimento delle persone.
Secondo la tassonomia di Bloom, ci sono sei livelli di apprendimento in cui gli studenti sono in grado di compiere queste azioni:
Ricordare, richiamare le informazioni che si sono apprese
Comprendere, capire il significato delle informazioni
Applicare, usare le informazioni apprese in altri contesti
Analizzare, mettere in relazione informazioni diverse
Valutare, dare un giudizio sul valore delle informazioni
Creare, mettere in insieme più informazioni per dare vita a qualcosa di nuovo

Non tutti gli studenti apprendono nello stesso modo. Alcuni, iniziano dall’ultimo gradino della piramide ideata da Bloom, memorizzando le informazioni e assimilandole via via che si procede verso l’alto, fino ad arrivare alla creazione di nuove conoscenze.
L’instructional designer usa la Bloom’s taxonomy per progettare attività che aiutano lo studente a ricordare, comprendere, applicare e così via.
2. Modello Addie
Il modello Addie è una delle più note teorie di instructional design ed è stato ideato dalla Florida State University negli anni ’70 per agevolare la formazione militare. Prende il nome dalle cinque fasi della progettazione didattica in inglese analysis, design, development, implementation, evaluation.
Per il modello Addie, infatti, il ciclo della progettazione didattica si svolge in cinque fasi:
Analisi
Si identificano i problemi degli studenti e si trasformano in obiettivi da raggiungere in un ambiente di apprendimento.
Progettazione
Si pianificano i contenuti e le attività formative.
Sviluppo
Si assemblano o si creano i materiali didattici, per esempio i video e i quiz di un corso online.
Implementazione
Si distribuisce la formazione agli studenti, per esempio sotto forma di corso e-learning.
Valutazione
Si valutano i risultati della formazione, ricevendo anche il feedback dei beneficiari.
I punti di forza del modello ADDIE sono l’accurata pianificazione di contenuti e attività formative partendo da un’attenta analisi dei bisogni e l’aggiustamento in base ai feedback degli studenti. Il punto debole è che è sicuramente un processo lungo che può essere modificato solo alla fine, quando ormai la formazione è stata distribuita agli studenti.
3. Modello di Gagné
Il modello ideato da Robert M. Gagné, psicologo dell’educazione americano, prevede nove passaggi, chiamati eventi, per la creazione di un’esperienza di apprendimento coinvolgente:
- Catturare l’attenzione
- Informare gli studenti degli obiettivi
- Stimolare il ripasso delle conoscenze pregresse
- Presentare i nuovi contenuti
- Fornire una guida durante l’apprendimento
- Promuovere le prestazioni (fare pratica)
- Fornire un feedback
- Valutare le prestazioni
- Rafforzare l’assimilazione e il trasferimento nel mondo reale
Il modello si presta per essere adattato a diversi studenti e modelli di apprendimento. Ciò che lo rende attuale nell’apprendimento online è che mette al centro lo studente con contenuti in grado di coinvolgere, informare e stimolare.
5. Modello di Kirkpatrick
Il modello di Kirkpatrick, ideato nel 1969, viene usato per misurare l’efficacia della formazione usando quattro livelli di valutazione.

Reazione
Il primo livello valuta le reazioni degli studenti al corso di formazione, spesso tramite sondaggi.
Apprendimento
Il secondo livello cerca di capire se gli studenti hanno appreso i contenuti del corso. In genere si valuta il punto di partenza pre-corso e si confronta con i risultati ottenuti dopo il corso. Si può fare con un test scritto o un colloquio orale a cui vengono assegnati dei punteggi.
Comportamento
Valuta se gli studenti hanno interiorizzato i contenuti del corso e modificato di conseguenza i propri comportamenti.
Risultati
Si misurano i risultati della formazione usando degli indicatori chiave delle prestazioni, Kpi (Key performance indicators).
Il modello di Kirkpatrick è utile per valutare l’efficacia dei corsi e modificarli in base alla risposta degli studenti.
5. Modello SAM
Il modello SAM (Successive Approximation Model) è stato creato dalla Allen Interactions nel 2012 ed è pensato appositamente per l’e-learning. L’obiettivo è quello di fornire una soluzione snella alla progettazione, un po’ come il modello Agile nel mondo dei software.
L’approssimazione successiva consente di preparare rapidamente più prototipi, testarli e utilizzare il più efficace. In questo è totalmente diverso dal Modello Addie che prepara in dettaglio il miglior prodotto possibile e aggiusta solo dopo la distribuzione agli studenti.
Le tre fasi di progettazione didattica nel modello SAM sono più rapide e snelle e comprendono:
- Analisi
- Progettazione
- Sviluppo
L’analisi è più rapida rispetto a quella del modello ADDIE perché con poche domande precise è necessario sapere di cosa hanno bisogno gli studenti.
Alla progettazione partecipano tutte le parti interessate a un progetto e si suggerisce una soluzione che potrebbe far emergere altri bisogni rispetto a quelli individuati nella fase di analisi o preparazione. Il progetto deve essere presentato come una bozza visiva, senza lunghi documenti descrittivi.
Nella fase di sviluppo si crea rapidamente il prototipo da testare. Se ci sono modifiche, si torna velocemente alla parte di analisi, progettazione e sviluppo del secondo prototipo e del terzo.
Nel modello SAM contano piccoli passi che possono essere corretti via via, piuttosto che grandi passi difficili da adattare, come nel modello Addie, che richiedono molto tempo e risorse.
6. Modello di Merrill
Nel libro First Principles of Instruction (2012) David Merrill, professore dello Utah State University delinea i principi fondamentali che migliorano la formazione partendo dai problemi reali degli studenti.

Ecco i cinque principi fondamentali dell’insegnamento del modello Merrill:
- Approccio incentrato sul problema: si parte dai problemi reali degli studenti
- Attivazione: le nuove informazioni vengono collegate a quelle preesistenti per stimolare la curiosità.
- Dimostrazione: mostrare esempi concreti e applicazioni pratiche.
- Applicazione: consentire agli studenti di mettere in pratica ciò che hanno imparato.
- Integrazione: aiutare gli studenti a trasferire le conoscenze nel mondo reale.
Il vantaggio di questo modello è quello di insegnare agli studenti a risolvere problemi reali, coinvolgendoli attivamente nello sviluppo e nell’applicazione di nuove conoscenze.
7. Modello action mapping
Il modello action mapping creato da Cathy Moore, progettista della formazione, mira a essere ancora più snello del modello SAM ed è incentrato sulle competenze pratiche da far acquisire ai destinatari della formazione aziendale.
Ecco i sei passaggi del modello action mapping:
- Individuare gli obiettivi aziendali
- Definire gli obiettivi delle prestazioni (azioni)
- Identificare le barriere alle prestazioni
- Creare attività calate nella realtà
- Scegliere il materiale inerente
- Progettare le valutazioni
La cosa più importante nel modello action mapping è proprio capire cosa devono imparare a fare le persone e proporre attività e materiali che le aiutino a fare pratica.
È il modello ideale per la formazione aziendale.
Perché è importante usare un modello di instructional design
L’uso di un modello di instructional design è fondamentale per garantire che un corso sia strutturato, coerente e orientato al raggiungimento degli obiettivi di apprendimento. Senza un modello, i corsi rischiano di essere disorganizzati, con informazioni poco chiare e attività inefficaci. Un modello ben definito permette di:
- Garantire una chiara progressione didattica, evitando confusione e sovraccarico cognitivo.
- Sviluppare materiali coerenti con gli obiettivi di apprendimento, facilitando l’acquisizione delle conoscenze.
- Adattare il corso a diversi stili di apprendimento, migliorando l’accessibilità e l’efficacia.
- Valutare e migliorare continuamente i contenuti, attraverso feedback e test di efficacia.
Come acquisire competenze in instructional design
Se aspiri a diventare un instructional designer, e ti servono le basi teoriche per gestire e creare il tuo primo corso online, potresti:
- Seguire corsi online specializzati offerti da università e piattaforme e-learning, come Coursera.
- Leggere libri, articoli e blog specializzati sulle teorie dell’apprendimento e la progettazione didattica.
- Partecipare a workshop e conferenze per conoscere le nuove tendenze.
- Provare a progettare il tuo primo progetto didattico e raccogliere feedback per migliorare continuamente, anche con l’uso degli strumenti dell’e-learning.
Imparare e applicare le metodologie dell’instructional design è il modo migliore per creare esperienze di apprendimento efficaci e coinvolgenti, massimizzando i risultati degli studenti. Se hai bisogno di una mano con la creazione di corsi multilingue, puoi sempre collaborare con un esperto linguista che sa come supportate un instructional designer.