“Solo insegnanti madrelingua”. Lo dice la maggior parte delle offerte di lavoro per insegnanti e degli annunci pubblicitari delle scuole di lingua. Nella stessa direzione sembrano andare gli studenti che si aspettano che per un corso di qualità servano docenti native speaker, come si dice in inglese.
Eppure, la convinzione che l’insegnante di lingue debba necessariamente essere madrelingua non soltanto non rispecchia la realtà, ma è anche stata messa in discussione dalle maggiori istituzioni del settore.
Ma è possibile che tutti gli insegnanti di lingua siano solo madrelingua?
Insegnanti madrelingua: una questione di numeri
La risposta a questa domanda può essere data con una semplice scala di grandezza, prendendo l’inglese come esempio.
Stando ai dati del British Council, l’organizzazione culturale britannica che offre corsi di lingua e cultura inglese nel mondo, circa 1,5 miliardi di persone parlano inglese e di queste 400 milioni sarebbero madrelingua. Il numero di quelli che imparano l’inglese in una scuola del British Council è di 100 milioni, ma ogni anno ci sarebbero in totale 750 milioni di studenti in cerca di corsi di lingua.
Dal lato degli insegnanti, ce ne sarebbero almento 250 mila, secondo il sito iberico di TEFL.
Un altro indicatore della grande quantità di persone che, da sole o con un insegnante, studiano inglese è il numero degli studenti che sostengono un esame per una certificazione internarzionale. Secondo l’Università di Cambridge, ogni anno circa 5 milioni di persone sostengono un esame di inglese come lingua straniera (L2).
Se sono questi i numeri, non è difficile pensare che, pur volendo, la domanda di corsi di inglese non si possa mai coprire solo con insegnanti madrelingua.
La verità è che a insegnare inglese o qualsiasi altra lingua straniera non ci sono solo i madrelingua ma anche insegnanti non madrelingua, anche solo per rispondere a una domanda così alta di corsi.
Una volta affrontata la questione quantità, passiamo a un’altra questione importante.
Gli insegnanti madrelingua sono migliori rispetto a quelli non madrelingua?
Insegnante madrelingua vs insegnante non madrelingua: è la stessa qualità?
Non esistono studi che dimostrano che le persone che insegnano una lingua diversa dalla propria lingua madre abbiano maggiori difficoltà nel farlo. Risulta invece assodato che un insegnante L2 possa arrivare a un livello di conoscenza perfettamente assimilabile a quello di madrelingua di pari livello di studi, proprio perché esiste il C2 del quadro di riferimento europeo.
Gi ultimi studi che analizzano la questione native vs non native, riconoscono il fatto che un insegnante madrelingua ha il vantaggio di poter veicolare la cultura del proprio posto di origine, cosa che un non madrelingua che non ha vissuto nel paese in questione troverebbe difficile. I vantaggi di un non madrelingua, dall’altro lato, sono la creatività e l’efficacia dal punto di vista linguistico, proprio perché sa cosa vuol dire imparare una lingua diversa dalla propria e ha elaborato delle strategie di successo.
Con l’esperienza e le giuste qualifiche, un percorso di laurea e/o vari corsi specializzati per l’insegnamento, un non madrelingua è perfettamente in grado di offrire un corso di qualità come un suo collega native di pari formazione ed esperienza.
Il dibattito se sia necessario avere un insegnante madrelingua o meno è sempre attuale.
Le scuole che assumono solo docenti madrelingua non solo sono sempre di meno, ma secondo il Tefl Equity Advocates, un’organizzazione che difende uguali diritti per l’accesso all’insegnamento dell’inglese come lingua straniera, praticano anche una discriminazione.
Persino le maggiori istituzioni del settore specializzate nella formazione di insegnanti, come il Cambrige Language Assessment o il Trinity College, non richiedono ai partecipanti di essere madrelingua.
Insegnante madrelingua: una definizione difficile
Eppure, la richiesta di docenti madrelingua da parte degli studenti c’è, anche se pochi di loro sono in grado di capire chi lo sia veramente. E questo non deve stupire, perché tra gli stessi esperti linguisti c’è un acceso dibattito sulla definizione di madrelingua.
In generale, e semplificando molto il pensiero del linguista David Crystal, possiamo dire che la differenza tra madrelingua e non sta nel fatto che i primi apprendono la lingua come fanno i bambini, associando immagini, suoni, odori alle parole nella quotidianità, in famiglia o dall’ambiente circostante. I secondi, invece, la acquisiscono attraverso un processo di apprendimento scolastico, fondato sullo studio della struttura della lingua, o con l’apprendimento tipico degli adulti, la memorizzazione.
Il tempo e il modo in cui si impara una lingua sono però soggettivi, per cui persone nate in un posto diverso da quello di residenza possono tranquillamente avere più di una lingua madre (L1) e parlare più di una lingua straniera (L2).
Per questo non dobbiamo sentirci truffati se il nostro impeccabile docente d’inglese uscendo dalla classe si rivolge a noi in un perfetto italiano.
A pensarci bene, questo dovrebbe essere di consolazione perché vorrebbe dire che anche chi studia le lingue straniere può aspirare a raggiungere un livello di conoscenza così alto da poter insegnare una lingua diversa dalla propria lingua madre.
Il poliglottismo è una realtà!
Madrelingua o non madrelingua: come scegliere un insegnante
La domanda di insegnanti madrelingua, oltre a non essere accolta dai maggiori istituti linguistici, pone anche un falso problema.
La discriminante tra gli insegnanti non è che siano madrelingua o non madrelingua, monolingui o poliglotti, ma che abbiano la capacità professionale e personale di insegnare la lingua straniera offrendo corsi di qualità che rispondono alle esigenze dei propri studenti.
La domanda giusta è:
L’Insegnante è laureato, certificato e ha esperienza specifica nell’insegnamento della lingua?